4/10/2013

Pellegrinaggio al Santuario di San Francesco di Paola


Facciata della nuova Chiesa
Premessa

Un Lunedì dell'Angelo di qualche anno fa, senza far progetti anzitempo, una telefonata ed all'improvviso la giornata di Pasquetta che si prevedeva come solito trascorrere con amici e parenti, in montagna o al mare, prese un altra svolta.
Alcune amiche mi proposero di recarmi con loro in pellegrinaggio presso il Santuario di San Francesco di Paola .
In principio ero titubante, ma dopo averci brevemente ragionato su pensai: perchè no? In fondo mi farebbe bene trascorrere una giornata per ritrovare pace e serenità, quante volte ci 
sono stata ma sempre con i gruppi della mia parrocchia, questa volta sarà un pellegrinaggio diverso, poche amiche io e San Francesco, che per me rappresenta un punto fermo, come dico sempre, fa parte del mia vita.
A chi non conosce, a chi non vive nel territorio, può risultare un pò "strano", ma nella nostra normalità, nel nostro quotidiano 'ù vicchiariell' ( così lo chiamiamo ) è come fosse un nostro parente stretto, a cui affidare i nostri affanni, i nostri progetti, le nostre preghiere.E' difficile per chi vive in questo territorio non lasciarsi conquistare da questo frate eremita che ha tanto amato gli ultimi, una frate che riuscì con i suoi carismi ad attirare a se una platea di genti di ogni ceto sociale, in continuo colloquio con Gesù Cristo, la Beata Vergine e la corte degli Angeli, realizzò il Vangelo della penitenza e della carità , aiutando i poveri e i ricchi del suo tempo, gli afflitti nel corpo e nello spirito.
L'immagine che ho da sempre di questo Santo è quella di un vecchio con la barba bianca, un saio con il cappuccio ed il cingolo intorno alla vita, un lungo mantello, i calzari ai piedi ed un bastone da cui non si separava mai.
Un frate che dedicò la sua vita alla carità ed all'amore per il prossimo, esperto delle virtù delle erbe, guariva con esse i mali del corpo, mentre con la sua dolcezza, ma anche fermezza, guariva i mali dello spirito.
Facciata del Santuario
 A tutt'oggi continua a parlare e svolgere la sua missione di un frate, amico, confidente, consigliere, protettore e padre di chi confida in lui, nella sua intercessione presso l'Altissimo.
Così quel giorno decisi di aggregarmi alle mie amiche, partimmo presto per poter ascoltare la messa, io e le solite amiche, i nostri viaggi improvvisati, con noi c'era una ragazza che non conosceva la storia del nostro Santo, lei che era venuta nella nostra terra per trascorrere alcuni giorni da suoi parenti, non conosceva la storia di questo eremita e del suo Santuario
San Francesco di Paola: la storia

Una coppia di sposi, i coniugi D'Alessio conosciuti come i Martolilla, proprietari di alcune terre , ferventi religiosi, non riuscivano ad aver figli, la loro fede non li abbandò mai, devoti al loro Santo protettore San Francesco d'Assisi chiesero d'intercedere presso l'Altissimo, dopo sette anni dal loro matrimonio nasceva un bimbo in quel di Paola il 27 marzo 1416, che per grazia rievuta portò il nome Francesco.A distanza di un mese il piccolo ebbe un'infezione all'occhio sinistro, che all'epoca nessuno riuscì a curare così la mamma fece un altro voto: se il loro Santo protettore l'avesse guarito, non solo l'avrebbe vestito con il saio francescano, ma, anche mandato in un convento dei frati francescani per un anno.
Di lì a poco il bimbo guarì.Il tempo passava così i genitori per sciogliere il voto che avevano fatto lo portarono nel convento dei francescani in San Marco Argentano, che si trova in provincia di Cosenza, qui il giovane stupiva i suoi Superiori per i suoi gesti e la vita che conduceva: digiunava spesso, raccolto sempre in preghiera e dormiva per terra.
Trascorso l'anno votivo, prima di rientrare nel suo paese, con i suoi genitori intraprese un pellegrinaggio sulla tomba del Santo d'Assisi, durante il tragitto visitarono molti luoghi di devozione, ma fra tutti quello che colpì il giovane Francesco fu Monte Luco, dove conobbe ed apprezzò dei frati eremiti che vivevano isolati fra le montagne, tant'è che al ritorno nel suo paese andò alla ricerca di un luogo isolato fra le colline e vi si costruì un rifugio, nutrendosi solo di erbe, di bacche, radici e di ciò che la natura gli offriva, dormendo sulla nuda terra e come giaciglio una pietra.
Qui pregava, contemplava e rafforzava il suo spirito, mortificava le sue carni con penitenze, preghiere, povertà e lunghi digiuni, fino a quando un giorno dei cacciatori scoprirono il suo rifugio e rimasero senza parole quando lo videro, giovane e già così pieno di virtù.
A breve si fece un gran passaparola, il tam tam, e le genti andavano a cercarlo per una parola, un consiglio, una preghiera.
Molti giovani, ma anche Sacerdoti, affascinati dal suo stile di vita, si aggregarono a lui, così da una semplice capanna iniziò la costruzione di un romitorio, ed alcune celle per i suoi confratelli, ma i pellegrini aumentavano sempre più così Francesco, dopo aver avuto il consenso dal Vescovo di Cosenza, costituì il primo nucleo del suo Ordine dei Minimi alla costruzione di una cappella, dedicandola a San Francesco D'assisi e ampliando con alcune celle per i frati.
Nel corso degli anni si fece forte il desiderio comune di istituire una Regola per chi voleva intraprendere il cammino del frate eremita.
La caratteristica che differenzia dagli altri ordini religiosi è molto severa e consiste non solo nei voti di povertà, castità e obbedienza ma ne aggiunse una quarta, quella di una vita quaresimale che impone l'astinenza dalla carne ( e dai suoi derivati fino a prima del Concilio Vaticano II ) per tutta la vita.
L'eremita Paolano nel corso della sua lunga vita viaggiò molto, fu il costruttore di conventi che piano piano si andavano formando ed espandendo nell'allora Regno delle due Sicilie, veniva invitato per la sua parola profetica e per i suoi doni carismatici, arrivò fino alla corte del Re di Francia Luigi XI gravemente ammalato,
Grotta della penitenza
 che lo volle presso di se nella speranza di una pronta guarigione, e il frate che dapprima non voleva lasciare la sua patria, sapendo in cuor suo che mai più avrebbe fatto ritorno, ubbidiente alla Santa Sede, partì.
Accolto alla corte del Re di Francia in questi non operò la guarigione fisica ma quella spirituale.
Francesco visse qui gli ultimi anni della sua vita, ma pur vivendo a corte la sua vita, la sua regola non mutò, anzi, anche qui viveva una vita di magro, di preghiera, accogliendo tutti coloro che si avvicinavano a lui, il suo motto per tutta la vita fu ''CHARITAS'' senza distinzioni di ceti sociali.
Moriva il due di Aprile di venerdì santo nell'anno 1507 a Plessis-les-Tours dopo aver esortato i suoi confratelli a vivere di elemosina, di carità verso tutti, e di essere rispettosi della regola. Non passarono molti anni dalla sua dipartita al cielo che il Papa Leone X, colui al quale Francesco aveva profetizzato sarebbe divenuto Papa, il 1519 lo proclamava Santo.
Nel 1562 gli Ugonotti, con un atto sacrilego, forzarono la sua tomba e bruciarono le sue spoglie, dei suoi resti non rimasero che pochi frammenti che vengono conservati in vari Conventi fra cui Paola.
Francesco di Paola è il protettore degli emigrati, infatti chi più di lui poteva comprendere cosa volesse significare ''essere emigrante", è anche protettore della gente di mare, perché, egli affrontò il mare attraversando lo stretto di Messina con il suo mantello dopo aver pregato, in quanto il barcaiolo lo rifiutò a bordo perché non poteva pagare, allora fiducioso nel Signore distese il mantello sulle acque del mare che immediatamente si placarono ed egli con i suoi confratelli poté approdare sull'Isola Siciliana.
_Santuario di San Francesco di Paola_
Il Santuario di San Francesco di Paola

Paola è una città bella da visitare, da una parte bagnata dalle acque limpide e chiare del mar Tirreno, mentre entrando a ridosso della cittadina troviamo le colline, ed è qui, immerso nel verde, che sono situati il Santuario ed il Convento, di fianco al fiume Isca.Finalmente siamo arrivate, troviamo subito il parcheggio nell'ampio piazzale..... eh già, è proprio vero! E’ arrivando in questo paesaggio di naturale bellezza, mentre stormi di passeri attraversano il cielo azzurro ed un tiepido sole ci riscalda, che si avverte la presenza di pace e lo spirito si quieta.. Che emozione!Ed il mio pensiero va ai tanti pellegrini che in questo luogo si sono susseguiti, dalla gente semplice e umile ai personaggi più importanti: come Natuzza Evolo , lei che anche quando era avanti negli anni non è mai mancata di far puntuale visita al Santuario, al suo "Amico Francesco" , o come anche la visita del Beato Giovanni Paolo II , nel lontano 1984.
Giunti nel piazzale principale notiamo una signora ed alcuni bimbi intenti a dare da mangiare alle colombe che qui hanno fissa dimora.Ed ecco di fronte a noi apparire la facciata principale del Santuario, situata al centro dell'intera struttura, risalente al XVII Secolo, interamente in pietra e marmi di Calabria.La parte bassa, con un unico ingresso ma suddiviso da colonne, venne costruita in stile Rinascimentale, al primo piano due balconi rettangolari da entrambi i lati, vi è poi un balcone centrale ad arco e una ringhiera in ferro battuto che si estende lungo tutto la facciata.
La parte alta dell'edificio è stata invece costruita in Stile Barocco , al centro si erge la Statua del Santo Paolano realizzata in marmo di Calabria, poco più in alto della statua è posto lo stemma dell'ordine da lui fondato Charitas .Si narra che lo stemma fu mostrato al Santo, in una delle sue numerose estasi, dall'Arcangelo San Michele, che gli fece capire che quello sarebbe stato lo stemma dell'Ordine dei Minimi.La facciata termina come un puntale in alto, con la Croce del Cristo.E' dalla stessa che si ramificano: la Foresteria , il Convento dei Frati dove viene custodita un'importante Biblioteca con libri rari, manoscritti, la Regola che il frate aveva costituito, tutti gli avvenimenti che nei secoli si sono susseguiti; unito da un ponte c'è il Collegio o Scuola Apostolica , luogo di formazione fino a qualche anno fa, dove i giovani studiavano, per i prendere i voti.
_Cappella delle Reliquie_


Entriamo, attraversando il primo portico, fatto da colonne e capitelli, ci troviamo in un'ampia sala, sulle pareti molte lapidi ricordano i vari avvenimenti che si sono susseguiti nei secoli fino ai giorni nostri.Ci inoltriamo nel secondo atrio, il pavimento in granito con il logo dell'ordine, sulla sinistra c'è un balcone ci affacciamo per vedere davanti a noi il Collegio dei Seminaristi ,abbassiamo lo sguardo e sotto vediamo il torrente Isca che scorre verso valle per poi fermare la sua corsa nel mare.In una stanza poco distante alcuni fedeli accendono una candela di fronte alla statua del Santo, in segno di devozione, recitando una preghiera.Accanto a questa c'è una cappelletta dedicata al Beato Nicola di Longobardi , mentre di fianco, tramite una scala, si accede al primo Romitorio, si scende in cunicoli stretti ed ogni stanza porta ad un'altra, qui il frate iniziò a scrivere la Regola dell'Ordine dei Minimi, ed è in queste celle che Francesco ed i suoi frati facevano penitenza digiunando.Vi è anche una cappella molto semplice dove l'eremita ed i suoi primi frati ed alcuni sacerdoti si riunivano per pregare ed ascoltare messa, è da precisare infatti che il frate non era un sacerdote, anche se il Pontefice Sisto IV avrebbe voluto ordinarlo sacerdote egli non acconsentì, perché non si sentiva degno, chiese solo l'autorizzazione di poter benedire le Corone del Rosario .
Il Santo Paolano era molto devoto della Vergine Maria, infatti era solito raccomandare a chi lo consultava per un consiglio la recita del Rosario.
Sulla destra dell'antica Basilica sopra di una colonnina in marmo trova collocazione una pietra miracolosa che viene venerata un uomo infermo, Galeazzo di Tarsia , Barone di Belmonte, andava spesso a Paola per chiedergli la guarigione, finché un giorno il frate gli fece trasportare insieme ad altri operai alcune pietre,per la costruzione del romitorio, quando arrivò all'eremo si rese conto di essere guarito.Ancora oggi su questa pietra, detta appunto pietra del miracolo, i fedeli usano poggiare il capo , confidando nella grazia del Santo.
Il Portale della Basilica Antica è anch'esso in stile Rinascimentale ed è stato realizzato in bronzo per opera dello scultore Tommaso Gismondi , esso reca delle rappresentazioni che rievocano la vita ed i miracoli del Santo.In alto sulla parete un dipinto del Cinquecento raffigura la Vergine dell'Assunta ed ai lati i Santi D'assisi e di Paola .
Pietra Miracolosa


La Basilica ben presto divenne troppo piccola per contenere i fedeli così con l'aiuto di uomini di buona volontà venne aggiunta una larga navata, la chiesa venne dedicata a Santa Maria degli Angeli.Oggi la Basilica si presenta sulla parte sinistra molto semplice, mentre nella navata laterale a destra troviamo cinque cappelle: la cappella della Sacra Famiglia, la cappella dell'Ordine dei Minimi dove si conservano le reliquie del Venerabile Padre Bernardo Clausi , la cappella della Madonna del Miracolo, la cappella del Sacro Cuore di Gesù, e infine, in fondo alla navata laterale, troviamo la Cappella delle Reliquie inizialmente dedicata a San Francesco D'Assisi.Quest'ultima è rivestita di marmi neri e verdi di Calabria, sull'altare in marmo un dittico decorato in oro e lamine in argento che raffigura Il Santo Paolano su una tela, mentre su legno il Santo D'Assisi.Sotto l'altare in un urna sono conservate alcune ossa del Santo Paolano, in un armadio a muro incorniciata da marmi, chiusa da cristallo, si legge una scritta: Hic asservantur reliquiae quae supersunt e corpore et exuviis (qui si conservano le reliquie di ciò che resta del corpo e degli affetti di San Francesco di Paola); vi sono conservati :Il Busto in legno ma rivestito in lamina d'argento e con al centro una reliquia del suo corpo, il Libro dei vari processi per la sua canonizzazione, la pentola che usò per cuocere le fave senza l’utilizzo del fuoco, il dente molare che lasciò come ricordo alla sorella Brigida prima di partire per la Francia, la Corona del Santo Rosario, gli zoccoli, una calza.In Teche separate invece sono custoditi: il cappuccio, una tunica, ed in ultimo il molto venerato Mantello , con cui prodigiosamente attraversò lo Stretto di Messina, che durante la processione viene portato a spalle sul mare .
Chiesa Antica
Di grande importanza è la Lampada Votiva , una lampada ad olio, lavorata in argento, questa venne solennemente benedetta ed accesa la prima volta il 13 Ottobre del 1946, in segno di riconoscenza per la protezione che ebbe la Calabria durante la seconda Guerra Mondiale, da allora ogni anno, al due di maggio, viene rinnovata l'accensione della Lampada e l'olio viene donato a turno da tre tra i Comuni Calabri.'''Nel 1928 è stata insignita del titolo di Basilica dal Papa Pio XI''' .'''Gode dell' '''Indulgenza Plenaria''' quotidiana perpetua, e cioè (fonte Wikipedia) :la dottrina dell'indulgenza è un aspetto della Fede Cristiana, affermata dalla Chiesa Cattolica, che si riferisce alla possibilità di cancellare una parte ben Interno della precisa delle conseguenze di un peccato (detta pena temporale), dal peccatore che abbia confessato sinceramente il suo errore e sia stato perdonato tramite il sacramento della confessione. Quindi per indulgenza viene significata la remissione parziale o totale delle pene comunque maturate con i peccati già perdonati da Dio con la Confessione.A sinistra dell'ingresso della chiesa ci avviamo verso il corridoio del convento, sulle pareti bellissimi affreschi che ricordano la vita del Santo, dalla sua nascita alla sua morte, alcuni miracoli e la sua Canonizzazione.Sulla nostra sinistra, chiuso da vetrate, appare lo splendido Chiostro seicentesco, o giardino, al centro del quale è situata una fontana e tutto intorno fiori, mentre un albero di Palme precede una parte del '''Campanile del Convento'' . Appena usciti proseguiamo per la Via dei Miracoli, sulla nostra destra troviamo la Fornace nella quale veniva preparata la calce per la costruzione dell'edificio, si racconta che un giorno all'improvviso si sviluppò un incendio e tanto erano alte le fiamme che il tetto stava per crollare, uno degli operai andò di corsa a chiamare il Frate e lui coraggiosamente entrò nella fornace ancora accesa, riparò il tetto e ne uscì senza riportare alcuna scottatura.
Fonte della cucchiarella

Questo è solo uno dei miracoli del frate, ne viene narrato anche un altro,il religioso amava tanto gli animali ed ad ognuno dava un nome, un giorno si recò in un paese vicino con alcuni confratelli, in sua assenza alcuni operai, visto che era ora di desinare ma non avevano nulla per potersi sfamare, decisero di cucinare l'agnellino Martinello nascondendo le ossa nella fornace, al suo rientro nel romitorio il Frate cercò ovunque l'agnellino senza però trovarlo e dopo aver chiesto agli operai questi ne confessarono la colpa, il Santo allora lo richiamò in vita e fra gli operai fu ovviamente grande stupore..Scendendo di poco in un incavo delle mura, troviamo un ordigno, risalente alla seconda guerra Mondiale, che nel 1943 cadde nel torrente Isca e miracolosamente non esplose.Poco più sotto vi è la Fonte della Cucchiarella , la storia vuole che alcuni operai che lavoravano per la costruzione dell'edificio erano soliti lamentarsi con l'allora eremita perché ogni volta che avevano sete dovevano attingerla presso il torrente Isca , così il Frate con il bastone toccò su una roccia e da lì sgorgò l'acqua ,ancora oggi tanti sono i pellegrini che la bevono, si accede alla fonte attraverso piccola porticina in ferro e vetro e si attinge l'acqua utilizzando un mestolo, la cosa sorprendente è che l'acqua mantiene sempre lo stesso livello sia in inverno che in estate..molti sono i miracoli attribuiti a questa fonte.Anche noi bevemmo l'acqua, sarà stata la sete, ma io la bevvi due volte, era fresca, dissetante, e ne riempimmo alcune bottiglie da portare a casa.
Continuiamo il nostro percorso, attraverso una stretta via, lentamente respirando l'aria primaverile ed un tiepido sole ci riscalda, più avanti ci trovammo di fronte al Ponte del Diavolo : si racconta che il Santo avesse in progetto di costruire un ponte che favorisse il passaggio da una riva all'altra, fu in quella circostanza che il Diavolo gli apparve con una proposta, si offrì di costruirlo lui in una sola notte ma in cambio chiese la prima anima della persona che avesse attraversato il ponte , il Frate accettò, l'indomani il Diavolo si presentò per riscuotere e in quell'istante S. Francesco vi fece passare di lì un cane, il Diavolo s'infuriò perché era stato ingannato, così in un moto d'ira tirò un calcio al muro di sinistra, poggiando la mano sulla parete opposta e lasciandovi l'impronta.
Camminando più sotto ci troviamo di fronte, e sempre sulla nostra destra, la Grotta del Santo , è qui che venne ritrovato dai cacciatori in una piccola cella, stretta ed angusta, ed io mi sento piccola di fronte a tanta grandezza e mi domando come potesse vivere in una grotta così umida e tanto piccola...Solo chi ha una grande Fede, solo chi ama Dio ed offre la Penitenza per i peccatori, può ... Quant'è vera quella frase che il Frate diceva a chi bussava presso il suo cuore Vai, pulisci la tua casa ( la tua coscienza ) e poi vieni
Statua di San Francesco di Paola


La nuova Chiesa.
L'esigenza di una nuova Basilica si avvertiva sempre più, fino a quando dopo tanti studi e progetti, venne decisa la posizione del nuovo edificio, la prima pietra della nuova Aula Liturgica venne benedetta dallo stesso Beato Giovanni Paolo II , in quel 22 Aprile del 1998 durante l'Udienza Generale in San Pietro.Il 22 Aprile del 2000 veniva Celebrata la prima Messa, in occasione della Veglia Pasquale, anche se i lavori definitivi si conclusero il 2 Maggio del 2007.Incastonato fra la montagna e l'antica Basilica il nuovo Edificio si presenta all'occhio del fedele all'esterno con un portale in bronzo colorato ed al centro la statua in marmo del Santo Paolano, che sembra quasi lasciare la Chiesa per andare incontro ai pellegrini, quello che mi colpisce e quel suo dito alzato, e qui mi viene in mente una frase di Francesco..lui il difensore delle genti, dei perseguitati dalla giustizia, i tartassati per opera dei tiranni, e mai come in questo momento in cui il mondo è in ginocchio, com'è vero che tutto torna, sembra tuonare ancora più forte, la frase del Santo Paolano: Guai a chi regge e mal regge.[...] Guai ai ministri di giustizia, che li è ordinato di far giustizia e lor fanno il contrario , Francesco non sopportava chi si arricchiva con il sudore dei lavoratori.
Internamente l'edificio ha la forma di una nave, dal tiburio tre ampie vetrate rappresentano la SS.Trinità, sulla parete presbiteriale un mosaico raffigura il mistero della Pasqua: la Crocifissione, le mirrofore al Sepolcro e la discesa agli Inferi.
Meraviglioso il Tabernacolo a forma di Astro che con i suoi raggi irradia il mistero dell' Eucarestia . Nell'altare frontale, viene venerata una reliquia del Santo.
Concludendo
Ponte del diavolo


Dopo aver ascoltato la messa nella Nuova Aula, entrammo nella Sacrestia per salutare alcuni frati di nostra conoscenza...già, i frati, alcuni sono stati anche Padri Spirituali nella nostra parrocchia, li conosciamo bene, hanno il dono dell'accoglienza, hanno il dono dell'ascolto, i loro volti sono sempre gioiosi, danno speranza, infondono pace e serenità...
Promettemmo loro di ritornare presto, visto che in questo 2012 si festeggia il 50° anniversario del patronato di S. Francesco sulla Calabria , e prenotando potremo visitare la Cella di San Francesco ''' che verrà aperta ai pellegrini dal 17 al 27 Maggio Appena fuori dalla nuova Aula ci dirigiamo verso un negozietto di sovenir religiosi, acquistammo alcune statuette del Santo, coroncine, piccoli ricordi da portare a parenti ed amiche.
La padrona del negozietto aveva dei modi pacati e gentili, la sua pazienza poi con me è stata davvero infinita, non nascondo che quando devo comprare qualsiasi cosa, controllo sempre che gli oggetti prossimi a divenire miei non presentino delle imperfezioni.

All'uscita dal negozio le mie amiche decidono di entrare nel bar che si trova li vicino, per un caffè, ci affacciammo sul muretto è guardando verso il fiume Isca,che, si notano i due Massi, meglio noti come le ''I Macigni'' si racconta che un giorno si verificò una frana vicino al Santuario, provocando la caduta di quei due enormi massi che si staccarono dalla montagna, Il Santo si accorse di quello che stava accadendo, e conscio del disastro che avrebbero provocato con la loro rovinosa caduta esclamò senza indugio: Fermatevi per Carità ! , a quella frase i due macigni si fermarono, rimanendo ancora oggi in bilico...
Il nostro pellegrinaggio è terminato, si torna a casa , con il cuore pieno di gioia e tanta serenità.
Mentre ci dirigiamo verso la nostra auto, mi soffermo, volto lo sguardo ancora per un istante e poi penso:
Oggi siamo stati in un luogo dove Francesco visse, con umiltà e carità, rinunciando ai beni terreni, alle alte cariche, ed agli onori, non aveva bisogno delle ricchezze terrene, era ricco di virtù e grazia spirituale, era mite ed umile di cuore

Ricorrenze del Santuario:

Il primo venerdì del mese di gennaio, inizia la Pratica dei tredici venerdì,in preparazione alla festa del Santo che si festeggia il Due di Aprile
Ma la festa patronale ricorre dal primo al quattro di Maggio
Il Venti di Gennaio si festeggia la Madonna del Miracolo protrettrice dell'ordine
In questo Santuario vengono Celebrati numerosi Matrimoni, Battesimi e Cresime

Orario Apertura del Santuario:
Periodo Dalle ore Alle ore
Aprile - Giugno 6:30 19:00
Luglio - Agosto 6:30 20:00
Settembre - Ottobre 6:30 19:00
Novembre - Marzo 6:30 18:00

Come raggiungere la Basilica San Francesco di Paola
Largo San Francesco di Paola - 87027 Paola (CS)

In treno:
Stazione di Paola. Qui si potrà aspettare la navetta che vi porterà alla Santuario oppure si potrà decidere di fare il percorso a piedi
In aereo:
Aeroporto di Lamezia Terme a km 60.

In auto:
Da Salerno: Uscita A3 (SA-RC) Lagonegro nord - SS 585 Fondo Valle del Noce e proseguire sulla SS 18 per Paola


4/08/2013

Happy Birthday Ely!


Silenzio mattutino.
Un tiepido sole
riscalda la terra.
Profumo di zagare, 
di fiori campestri, 
profumo di salsedine.
Ecco, ti vedo, sei tu. 
Nei tuoi occhi 
una lieve malinconia,
nel tuo sorriso 
la contagiosa voglia di vivere.
Già.. 
questa vita che a volte
dona pieghe grigie 
e porta il buio della notte.. 
Ma tu sei una roccia, 
ti aggrappi ad essa
e come sempre
ne uscirai vincitrice.
Tanti i sogni infranti
ma tanti ancora da costruire. 
Oggi è un giorno speciale, 
svegliai!
vestiti, 
si esce!
Si farà festa!
Ti condurremo 
in un castello incantato,
dove i sogni diventano realtà... 
Tutto si avvera, 
basta la speranza.
Tutto puoi fare, 
oggi è un giorno speciale!

Buon compleanno Magica Ely!
Buon compleanno da me e da chi ti vuole bene.  ^__^ 

4/02/2013

Speranza





Con gli occhi persi nel vuoto,
seduta sui suoi pensieri
in quell'antica soffitta
impolverata, vissuta.

Nessun profumo
nessun odore
neanche un raggio di sole
filtrava da quell'opaca finestra...

In un angolo uno scrittoio in radica di noce
su di esso una matita,
fogli sparsi, ingialliti....
Quanti segreti custoditi in quel vecchio cassetto
epistole rilegate in nastri di seta.

Sembrava che il tempo 
non fosse mai passato.
D'un tratto un rumore
la risvegliò dal suo torpore.

Il vento spalancò 
l'opaca finestra
dando luce a quella stanza buia.

Respirò aria pura
si affacciò, volse lo sguardo
annusò profumo di primavera.

Stormi di rondini volteggiavano nel cielo
tinte di acquerello dipingevano il paesaggio.

Vide il nuovo giorno, 
sorrise.....

Riconobbe la speranza.