Facciata della nuova Chiesa |
Premessa
Un Lunedì dell'Angelo di qualche anno fa, senza far progetti anzitempo,
una telefonata ed all'improvviso la giornata di Pasquetta che si
prevedeva come solito trascorrere con amici e parenti, in montagna o al
mare, prese un altra svolta.
Alcune amiche mi proposero di recarmi con loro in pellegrinaggio presso il Santuario di San Francesco di Paola .
In principio ero titubante, ma dopo averci brevemente ragionato su
pensai: perchè no? In fondo mi farebbe bene trascorrere una giornata per
ritrovare pace e serenità, quante volte ci
sono stata ma sempre con i
gruppi della mia parrocchia, questa volta sarà un pellegrinaggio
diverso, poche amiche io e San Francesco, che per me rappresenta un
punto fermo, come dico sempre, fa parte del mia vita.
A chi non
conosce, a chi non vive nel territorio, può risultare un pò "strano", ma
nella nostra normalità, nel nostro quotidiano 'ù vicchiariell' ( così
lo chiamiamo ) è come fosse un nostro parente stretto, a cui affidare i
nostri affanni, i nostri progetti, le nostre preghiere.E' difficile per
chi vive in questo territorio non lasciarsi conquistare da questo frate
eremita che ha tanto amato gli ultimi, una frate che riuscì con i suoi
carismi ad attirare a se una platea di genti di ogni ceto sociale, in
continuo colloquio con Gesù Cristo, la Beata Vergine e la corte degli
Angeli, realizzò il Vangelo della penitenza e della carità , aiutando i
poveri e i ricchi del suo tempo, gli afflitti nel corpo e nello spirito.
L'immagine che ho da sempre di questo Santo è quella di un vecchio con
la barba bianca, un saio con il cappuccio ed il cingolo intorno alla
vita, un lungo mantello, i calzari ai piedi ed un bastone da cui non si
separava mai.
Un frate che dedicò la sua vita alla carità ed
all'amore per il prossimo, esperto delle virtù delle erbe, guariva con
esse i mali del corpo, mentre con la sua dolcezza, ma anche fermezza,
guariva i mali dello spirito.
Facciata del Santuario |
A tutt'oggi continua a parlare e svolgere
la sua missione di un frate, amico, confidente, consigliere, protettore e
padre di chi confida in lui, nella sua intercessione presso
l'Altissimo.
Così quel giorno decisi di aggregarmi alle mie amiche,
partimmo presto per poter ascoltare la messa, io e le solite amiche, i
nostri viaggi improvvisati, con noi c'era una ragazza che non conosceva
la storia del nostro Santo, lei che era venuta nella nostra terra per
trascorrere alcuni giorni da suoi parenti, non conosceva la storia di
questo eremita e del suo Santuario
San Francesco di Paola: la storia
Una coppia di sposi, i coniugi D'Alessio conosciuti come i Martolilla,
proprietari di alcune terre , ferventi religiosi, non riuscivano ad aver
figli, la loro fede non li abbandò mai, devoti al loro Santo protettore
San Francesco d'Assisi chiesero d'intercedere presso l'Altissimo, dopo
sette anni dal loro matrimonio nasceva un bimbo in quel di Paola il 27
marzo 1416, che per grazia rievuta portò il nome Francesco.A distanza di
un mese il piccolo ebbe un'infezione all'occhio sinistro, che all'epoca
nessuno riuscì a curare così la mamma fece un altro voto: se il loro
Santo protettore l'avesse guarito, non solo l'avrebbe vestito con il
saio francescano, ma, anche mandato in un convento dei frati francescani
per un anno.
Di lì a poco il bimbo guarì.Il tempo passava così i
genitori per sciogliere il voto che avevano fatto lo portarono nel
convento dei francescani in San Marco Argentano, che si trova in
provincia di Cosenza, qui il giovane stupiva i suoi Superiori per i suoi
gesti e la vita che conduceva: digiunava spesso, raccolto sempre in
preghiera e dormiva per terra.
Trascorso l'anno votivo, prima di
rientrare nel suo paese, con i suoi genitori intraprese un
pellegrinaggio sulla tomba del Santo d'Assisi, durante il tragitto
visitarono molti luoghi di devozione, ma fra tutti quello che colpì il
giovane Francesco fu Monte Luco, dove conobbe ed apprezzò dei frati
eremiti che vivevano isolati fra le montagne, tant'è che al ritorno nel
suo paese andò alla ricerca di un luogo isolato fra le colline e vi si
costruì un rifugio, nutrendosi solo di erbe, di bacche, radici e di ciò
che la natura gli offriva, dormendo sulla nuda terra e come giaciglio
una pietra.
Qui pregava, contemplava e rafforzava il suo spirito,
mortificava le sue carni con penitenze, preghiere, povertà e lunghi
digiuni, fino a quando un giorno dei cacciatori scoprirono il suo
rifugio e rimasero senza parole quando lo videro, giovane e già così
pieno di virtù.
A breve si fece un gran passaparola, il tam tam, e le genti andavano a cercarlo per una parola, un consiglio, una preghiera.
Molti giovani, ma anche Sacerdoti, affascinati dal suo stile di vita, si
aggregarono a lui, così da una semplice capanna iniziò la costruzione
di un romitorio, ed alcune celle per i suoi confratelli, ma i pellegrini
aumentavano sempre più così Francesco, dopo aver avuto il consenso dal
Vescovo di Cosenza, costituì il primo nucleo del suo Ordine dei Minimi
alla costruzione di una cappella, dedicandola a San Francesco D'assisi e
ampliando con alcune celle per i frati.
Nel corso degli anni si
fece forte il desiderio comune di istituire una Regola per chi voleva
intraprendere il cammino del frate eremita.
La caratteristica che
differenzia dagli altri ordini religiosi è molto severa e consiste non
solo nei voti di povertà, castità e obbedienza ma ne aggiunse una
quarta, quella di una vita quaresimale che impone l'astinenza dalla
carne ( e dai suoi derivati fino a prima del Concilio Vaticano II ) per
tutta la vita.
L'eremita Paolano nel corso della sua lunga vita
viaggiò molto, fu il costruttore di conventi che piano piano si andavano
formando ed espandendo nell'allora Regno delle due Sicilie, veniva
invitato per la sua parola profetica e per i suoi doni carismatici,
arrivò fino alla corte del Re di Francia Luigi XI gravemente ammalato,
Grotta della penitenza |
che lo volle presso di se nella speranza di una pronta guarigione, e il
frate che dapprima non voleva lasciare la sua patria, sapendo in cuor
suo che mai più avrebbe fatto ritorno, ubbidiente alla Santa Sede,
partì.
Accolto alla corte del Re di Francia in questi non operò la guarigione fisica ma quella spirituale.
Francesco visse qui gli ultimi anni della sua vita, ma pur vivendo a
corte la sua vita, la sua regola non mutò, anzi, anche qui viveva una
vita di magro, di preghiera, accogliendo tutti coloro che si
avvicinavano a lui, il suo motto per tutta la vita fu ''CHARITAS'' senza
distinzioni di ceti sociali.
Moriva il due di Aprile di venerdì
santo nell'anno 1507 a Plessis-les-Tours dopo aver esortato i suoi
confratelli a vivere di elemosina, di carità verso tutti, e di essere
rispettosi della regola. Non passarono molti anni dalla sua dipartita al
cielo che il Papa Leone X, colui al quale Francesco aveva profetizzato
sarebbe divenuto Papa, il 1519 lo proclamava Santo.
Nel 1562 gli
Ugonotti, con un atto sacrilego, forzarono la sua tomba e bruciarono le
sue spoglie, dei suoi resti non rimasero che pochi frammenti che vengono
conservati in vari Conventi fra cui Paola.
Francesco di Paola è il
protettore degli emigrati, infatti chi più di lui poteva comprendere
cosa volesse significare ''essere emigrante", è anche protettore della
gente di mare, perché, egli affrontò il mare attraversando lo stretto di
Messina con il suo mantello dopo aver pregato, in quanto il barcaiolo
lo rifiutò a bordo perché non poteva pagare, allora fiducioso nel
Signore distese il mantello sulle acque del mare che immediatamente si
placarono ed egli con i suoi confratelli poté approdare sull'Isola
Siciliana.
_Santuario di San Francesco di Paola_ |
Il Santuario di San Francesco di Paola
Paola è
una città bella da visitare, da una parte bagnata dalle acque limpide e
chiare del mar Tirreno, mentre entrando a ridosso della cittadina
troviamo le colline, ed è qui, immerso nel verde, che sono situati il
Santuario ed il Convento, di fianco al fiume Isca.Finalmente siamo
arrivate, troviamo subito il parcheggio nell'ampio piazzale..... eh già,
è proprio vero! E’ arrivando in questo paesaggio di naturale bellezza,
mentre stormi di passeri attraversano il cielo azzurro ed un tiepido
sole ci riscalda, che si avverte la presenza di pace e lo spirito si
quieta.. Che emozione!Ed il mio pensiero va ai tanti pellegrini che in
questo luogo si sono susseguiti, dalla gente semplice e umile ai
personaggi più importanti: come Natuzza Evolo , lei che anche quando era
avanti negli anni non è mai mancata di far puntuale visita al
Santuario, al suo "Amico Francesco" , o come anche la visita del Beato
Giovanni Paolo II , nel lontano 1984.
Giunti nel piazzale principale
notiamo una signora ed alcuni bimbi intenti a dare da mangiare alle
colombe che qui hanno fissa dimora.Ed ecco di fronte a noi apparire la
facciata principale del Santuario, situata al centro dell'intera
struttura, risalente al XVII Secolo, interamente in pietra e marmi di
Calabria.La parte bassa, con un unico ingresso ma suddiviso da colonne,
venne costruita in stile Rinascimentale, al primo piano due balconi
rettangolari da entrambi i lati, vi è poi un balcone centrale ad arco e
una ringhiera in ferro battuto che si estende lungo tutto la facciata.
La parte alta dell'edificio è stata invece costruita in Stile Barocco ,
al centro si erge la Statua del Santo Paolano realizzata in marmo di
Calabria, poco più in alto della statua è posto lo stemma dell'ordine da
lui fondato Charitas .Si narra che lo stemma fu mostrato al Santo, in
una delle sue numerose estasi, dall'Arcangelo San Michele, che gli fece
capire che quello sarebbe stato lo stemma dell'Ordine dei Minimi.La
facciata termina come un puntale in alto, con la Croce del Cristo.E'
dalla stessa che si ramificano: la Foresteria , il Convento dei Frati
dove viene custodita un'importante Biblioteca con libri rari,
manoscritti, la Regola che il frate aveva costituito, tutti gli
avvenimenti che nei secoli si sono susseguiti; unito da un ponte c'è il
Collegio o Scuola Apostolica , luogo di formazione fino a qualche anno
fa, dove i giovani studiavano, per i prendere i voti.
_Cappella delle Reliquie_ |
Entriamo,
attraversando il primo portico, fatto da colonne e capitelli, ci
troviamo in un'ampia sala, sulle pareti molte lapidi ricordano i vari
avvenimenti che si sono susseguiti nei secoli fino ai giorni nostri.Ci
inoltriamo nel secondo atrio, il pavimento in granito con il logo
dell'ordine, sulla sinistra c'è un balcone ci affacciamo per vedere
davanti a noi il Collegio dei Seminaristi ,abbassiamo lo sguardo e sotto
vediamo il torrente Isca che scorre verso valle per poi fermare la sua
corsa nel mare.In una stanza poco distante alcuni fedeli accendono una
candela di fronte alla statua del Santo, in segno di devozione,
recitando una preghiera.Accanto a questa c'è una cappelletta dedicata al
Beato Nicola di Longobardi , mentre di fianco, tramite una scala, si
accede al primo Romitorio, si scende in cunicoli stretti ed ogni stanza
porta ad un'altra, qui il frate iniziò a scrivere la Regola dell'Ordine
dei Minimi, ed è in queste celle che Francesco ed i suoi frati facevano
penitenza digiunando.Vi è anche una cappella molto semplice dove
l'eremita ed i suoi primi frati ed alcuni sacerdoti si riunivano per
pregare ed ascoltare messa, è da precisare infatti che il frate non era
un sacerdote, anche se il Pontefice Sisto IV avrebbe voluto ordinarlo
sacerdote egli non acconsentì, perché non si sentiva degno, chiese solo
l'autorizzazione di poter benedire le Corone del Rosario .
Il Santo Paolano era molto devoto della Vergine Maria, infatti era solito raccomandare a chi lo consultava per un consiglio la recita del Rosario.
Sulla destra dell'antica Basilica sopra di una colonnina in marmo trova
collocazione una pietra miracolosa che viene venerata un uomo infermo,
Galeazzo di Tarsia , Barone di Belmonte, andava spesso a Paola per
chiedergli la guarigione, finché un giorno il frate gli fece trasportare
insieme ad altri operai alcune pietre,per la costruzione del romitorio,
quando arrivò all'eremo si rese conto di essere guarito.Ancora oggi su
questa pietra, detta appunto pietra del miracolo, i fedeli usano
poggiare il capo , confidando nella grazia del Santo.
Il Portale
della Basilica Antica è anch'esso in stile Rinascimentale ed è stato
realizzato in bronzo per opera dello scultore Tommaso Gismondi , esso
reca delle rappresentazioni che rievocano la vita ed i miracoli del
Santo.In alto sulla parete un dipinto del Cinquecento raffigura la
Vergine dell'Assunta ed ai lati i Santi D'assisi e di Paola .
Pietra Miracolosa |
La Basilica ben presto divenne troppo piccola per contenere i fedeli
così con l'aiuto di uomini di buona volontà venne aggiunta una larga
navata, la chiesa venne dedicata a Santa Maria degli Angeli.Oggi la
Basilica si presenta sulla parte sinistra molto semplice, mentre nella
navata laterale a destra troviamo cinque cappelle: la cappella della
Sacra Famiglia, la cappella dell'Ordine dei Minimi dove si conservano le
reliquie del Venerabile Padre Bernardo Clausi , la cappella della
Madonna del Miracolo, la cappella del Sacro Cuore di Gesù, e infine, in
fondo alla navata laterale, troviamo la Cappella delle Reliquie
inizialmente dedicata a San Francesco D'Assisi.Quest'ultima è rivestita
di marmi neri e verdi di Calabria, sull'altare in marmo un dittico
decorato in oro e lamine in argento che raffigura Il Santo Paolano su
una tela, mentre su legno il Santo D'Assisi.Sotto l'altare in un urna
sono conservate alcune ossa del Santo Paolano, in un armadio a muro
incorniciata da marmi, chiusa da cristallo, si legge una scritta: Hic
asservantur reliquiae quae supersunt e corpore et exuviis (qui si
conservano le reliquie di ciò che resta del corpo e degli affetti di San
Francesco di Paola); vi sono conservati :Il Busto in legno ma rivestito
in lamina d'argento e con al centro una reliquia del suo corpo, il
Libro dei vari processi per la sua canonizzazione, la pentola che usò
per cuocere le fave senza l’utilizzo del fuoco, il dente molare che
lasciò come ricordo alla sorella Brigida prima di partire per la
Francia, la Corona del Santo Rosario, gli zoccoli, una calza.In Teche
separate invece sono custoditi: il cappuccio, una tunica, ed in ultimo
il molto venerato Mantello , con cui prodigiosamente attraversò lo
Stretto di Messina, che durante la processione viene portato a spalle
sul mare .
Chiesa Antica |
Questo è solo uno
dei miracoli del frate, ne viene narrato anche un altro,il religioso
amava tanto gli animali ed ad ognuno dava un nome, un giorno si recò in
un paese vicino con alcuni confratelli, in sua assenza alcuni operai,
visto che era ora di desinare ma non avevano nulla per potersi sfamare,
decisero di cucinare l'agnellino Martinello nascondendo le ossa nella
fornace, al suo rientro nel romitorio il Frate cercò ovunque l'agnellino
senza però trovarlo e dopo aver chiesto agli operai questi ne
confessarono la colpa, il Santo allora lo richiamò in vita e fra gli
operai fu ovviamente grande stupore..Scendendo di poco in un incavo
delle mura, troviamo un ordigno, risalente alla seconda guerra Mondiale,
che nel 1943 cadde nel torrente Isca e miracolosamente non esplose.Poco
più sotto vi è la Fonte della Cucchiarella , la storia vuole che alcuni
operai che lavoravano per la costruzione dell'edificio erano soliti
lamentarsi con l'allora eremita perché ogni volta che avevano sete
dovevano attingerla presso il torrente Isca , così il Frate con il
bastone toccò su una roccia e da lì sgorgò l'acqua ,ancora oggi tanti
sono i pellegrini che la bevono, si accede alla fonte attraverso piccola
porticina in ferro e vetro e si attinge l'acqua utilizzando un mestolo,
la cosa sorprendente è che l'acqua mantiene sempre lo stesso livello
sia in inverno che in estate..molti sono i miracoli attribuiti a questa
fonte.Anche noi bevemmo l'acqua, sarà stata la sete, ma io la bevvi due
volte, era fresca, dissetante, e ne riempimmo alcune bottiglie da
portare a casa.
Continuiamo il nostro percorso, attraverso una
stretta via, lentamente respirando l'aria primaverile ed un tiepido sole
ci riscalda, più avanti ci trovammo di fronte al Ponte del Diavolo : si
racconta che il Santo avesse in progetto di costruire un ponte che
favorisse il passaggio da una riva all'altra, fu in quella circostanza
che il Diavolo gli apparve con una proposta, si offrì di costruirlo lui
in una sola notte ma in cambio chiese la prima anima della persona che
avesse attraversato il ponte , il Frate accettò, l'indomani il Diavolo
si presentò per riscuotere e in quell'istante S. Francesco vi fece
passare di lì un cane, il Diavolo s'infuriò perché era stato ingannato,
così in un moto d'ira tirò un calcio al muro di sinistra, poggiando la
mano sulla parete opposta e lasciandovi l'impronta.
Camminando più
sotto ci troviamo di fronte, e sempre sulla nostra destra, la Grotta del
Santo , è qui che venne ritrovato dai cacciatori in una piccola cella,
stretta ed angusta, ed io mi sento piccola di fronte a tanta grandezza e
mi domando come potesse vivere in una grotta così umida e tanto
piccola...Solo chi ha una grande Fede, solo chi ama Dio ed offre la
Penitenza per i peccatori, può ... Quant'è vera quella frase che il
Frate diceva a chi bussava presso il suo cuore Vai, pulisci la tua casa (
la tua coscienza ) e poi vieni
Statua di San Francesco di Paola |
La nuova Chiesa.
L'esigenza
di una nuova Basilica si avvertiva sempre più, fino a quando dopo tanti
studi e progetti, venne decisa la posizione del nuovo edificio, la
prima pietra della nuova Aula Liturgica venne benedetta dallo stesso
Beato Giovanni Paolo II , in quel 22 Aprile del 1998 durante l'Udienza
Generale in San Pietro.Il 22 Aprile del 2000 veniva Celebrata la prima
Messa, in occasione della Veglia Pasquale, anche se i lavori definitivi
si conclusero il 2 Maggio del 2007.Incastonato fra la montagna e
l'antica Basilica il nuovo Edificio si presenta all'occhio del fedele
all'esterno con un portale in bronzo colorato ed al centro la statua in
marmo del Santo Paolano, che sembra quasi lasciare la Chiesa per andare
incontro ai pellegrini, quello che mi colpisce e quel suo dito alzato, e
qui mi viene in mente una frase di Francesco..lui il difensore delle
genti, dei perseguitati dalla giustizia, i tartassati per opera dei
tiranni, e mai come in questo momento in cui il mondo è in ginocchio,
com'è vero che tutto torna, sembra tuonare ancora più forte, la frase
del Santo Paolano: Guai a chi regge e mal regge.[...] Guai ai ministri
di giustizia, che li è ordinato di far giustizia e lor fanno il
contrario , Francesco non sopportava chi si arricchiva con il sudore dei
lavoratori.
Internamente l'edificio ha la forma di una nave, dal
tiburio tre ampie vetrate rappresentano la SS.Trinità, sulla parete
presbiteriale un mosaico raffigura il mistero della Pasqua: la
Crocifissione, le mirrofore al Sepolcro e la discesa agli Inferi.
Meraviglioso il Tabernacolo a forma di Astro che con i suoi raggi
irradia il mistero dell' Eucarestia . Nell'altare frontale, viene
venerata una reliquia del Santo.
Concludendo
Ponte del diavolo |